martedì 3 marzo 2009

pensiero kon la candela

Ricordo quando da bambino ero felice,di quando le giornate sotto casa erano infinite fino al tramonto d’estate…bastava un pallone,poi a quel parchetto disperso dove verso i 15 ci riunivamo a fumare di nascosto,chissà da cosa però ci volevamo nascondere realmente,forse dalla paura del domani,da un futuro incerto,dalla voglia di ribellarci e di uscire allo scoperto…credevamo fosse un gioco..non ci rendevamo conto di essere noi le pedine,eppure l’età va non ti da tempo di capire che stai sbagliando e soprattutto crescendo,lascio trascorrere nell’indifferenza di un no quasi dieci anni
Per capire che non è la mente umana a contorcersi,ma l’immagine che creiamo di noi stessi,ci esasperiamo a tal punto da crederci inutili,ma la gioia di vivere è proprio li che ti assale,fra i ricordi persi e quelli che hai voluto perdere,il futuro è li figura ignobile che mai vorremmo incontrare col suono di chi ti batte cassa,affrontarlo,scappare,o provare a smettere di crescere e tornare su quelle immense vallate di cemento dove la palla sembrava non fermarsi mai come la nostra vita,dove sono finiti gli altri,esco dal mio corpo ora e mi rivedo quindici anni fa che effetto che fa.
Noi con la nostra incertezza che con la nostra crisi riusciamo a ritrovare nei cassetti del cervello
I ricordi svaniti,le corse polverose al parco dopo aver combinato un guaio,ne sento l’odore ne rivedo la forma,cresciamo e ci dimentichiamo di quanto è bello essere bambini a ventidue anni
Ma ancor di più non ci rendiamo conto che la mia generazione non ha paura di quella bestia chiamata futuro…

Al mio cervello –P-

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